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Il Kirghizistan ha compiuto un passo concreto verso la creazione di una riserva statale di asset cripto—praticamente centrata su Bitcoin—insieme a operazioni di mining sostenute dal governo.

Kirghizistan Mira a una Riserva di Bitcoin e al Mining Statale

Durante un’udienza del 9 settembre presso la Commissione Budget, Politica Economica e Fiscale dello Zhogorku Kenesh (parlamento), il Ministro dell’Economia e del Commercio Bakyt Sydykov ha dichiarato che le bozze di emendamento alla legge “Sugli Asset Virtuali” introdurranno i concetti di “mining statale” e di “riserva statale di criptovaluta”.

Ha spiegato che la riserva sarà costruita attraverso diversi canali—“mining, tokenizzazione di asset reali e emissione di stablecoin supportate dalla valuta nazionale”—e che il meccanismo servirà a “rafforzare la stabilità finanziaria del paese e fornire nuovi strumenti di accumulo”.

Il ministro ha fornito dati concreti sul settore. Da gennaio a luglio 2025, il fatturato delle aziende operanti nell’economia cripto del Kirghizistan “ha superato 1 trilione di som”, generando “900 milioni–1 miliardo di som” di entrate fiscali. I registri ufficiali indicano ora 169 13 exchange e 11 aziende di mining, ha affermato Sydykov.

La sicurezza energetica ha dominato il dibattito in commissione. Il deputato Dastan Bekeshev ha avvertito che “servono circa 800.000 kilowatt per minare un bitcoin. È abbastanza energia per alimentare circa 1.200 appartamenti per un mese. Sta arrivando l’inverno—ne vale la pena?”

In risposta, Sydykov ha dichiarato che il Kirghizistan applica tariffe elettriche separate al mining e che lo stato le rispetterà. Ha sottolineato che nessuna mining farm sarà situata presso centr

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Author: Clara Rosati

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